martedì 4 ottobre 2016

Altri mondi: gli ecovillaggi

Vivere in modo diverso all'insegna del rispetto e dell'autonomia

Ci siamo lasciati l'ultima volta con un interessante articolo sul WWOOF , un modo diverso per trascorrere le vacanze alla riscoperta dell'agricoltura e del lavoro manuale per ritrovare un contatto con la terra e la natura. 

Una tendenza che in diversi Paesi sta prendeno sempre più piede, in quanto rappresenta un modo per staccare la spina da un mondo che ci costringe spesso in spazi chiusi e ristretti e ci fa dimenticare l'importanza non solo dell'ambiente che ci circonda ma anche del nostro benessere personale. Il WWOOF consiste però in un periodo di tempo limitato... Che cosa significherebbe un'esperienza del genere 365 giorni all'anno?

Scopriamo insieme gli ecovillaggi!

 Che cosa sono?

Gli ecovillaggi sono comunità di persone che decidono di unirsi per creare una piccola isola nel mondo, un'isola in cui vige un'unica regola: la ricerca di un'armonia tra le persone che ne fanno parte e con la terra. I membri vivono in abitazioni a basso impatto ambientale, utilizzando energie rinnovabili e puntando il più possibile all'autosufficienza attraverso metodi di coltivazione biologici. Tutte le attività vengono svolte sulla base di principi ecologici, per conservare al meglio la terra e le risorse naturali.

 La comunità

Oltre alla tutela dell'ambiente, un altro obiettivo principale dell'ecovillaggio è quello di creare un senso di appartenenza ad un gruppo: viene praticata infatti la comunione dei beni e vengono eventualmente stabiliti turni per occuparsi delle diverse mansioni, che vanno dai lavori agricoli, alla cucina, alla cura dei bambini. Tali fattori creano senso di coesione tra i membri, i quali trascorrono diversi momenti insieme ed hanno così occasione di confrontarsi tra loro e crescere come persone. 

Il tempo della vita diventa unico e non viene più separato tra "lavoro" e "tempo libero": l'intera giornata viene valorizzata. Qualcuno potrebbe trovare assurdo il fatto di condividere spazio, tempo e beni materiali con gli altri, ma questo è il vero scopo dell'ecovillaggio: considerare più importante ciò che si è rispetto a ciò che si ha.

 Un'utopia...o forse no!

Nato intorno agli anni sessanta, l'ecovillaggio voleva essere l'alternativa a misura di uomo ad un mondo sempre più alienante e stretto. Inizialmente il progetto venne visto dai più come un'utopia, un qualcosa di irrealizzabile, eppure al giorno d'oggi gli ecovillaggi si sono diffusi nel mondo, tant'è che solo in Italia se ne contano una trentina, tra cui alcuni in Piemonte. 

 Se dapprima erano considerati come un qualcosa di anormale che non avrebbe avuto futuro, oggi si stanno sviluppando e stanno attirando sempre più l'attenzione di organizzazioni, enti e scuole che si interessano alle tecniche utilizzate e alle attività svolte in questi centri.

 Insomma un ritorno al passato e agli antichi villaggi delle nostre valli in cui ogni membro svolgeva il proprio ruolo all'interno della comunità, una risposta alla frenesia della vita moderna che ci è sempre più stretta e che ci spinge ad abbandonare il contatto con le persone intorno a noi per vivere soli, circondati dai mille oggetti inutili che ci convinciamo di desiderare. Un'alternativa.

Sarà il futuro? Chi vivrà vedrà!

Egle M.


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